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Ritardo pagamenti: il TAIIS chiede misure urgenti

» 26.11.2008

"Di fronte alla gravissima situazione dei ritardi di pagamento non serve a nulla prevedere, come alcune dichiarazioni di esponenti del Governo sembrano sostenere, dei tempi standard di pagamento, in quanto c'è già una perentoria Direttiva europea del 2000 ed una legge italiana applicativa del 2002. Così come non serve a nulla l’annunciata pubblicazione sui siti dei ‘cattivi’ che non li rispettano: sappiamo benissimo chi sono! Serve, invece, che il Governo imponga o aiuti le Pubbliche amministrazioni a farsi prestare i soldi, come farebbe qualsiasi debitore, e a pagare le imprese, riconoscendo loro anche gli interessi passivi, dando priorità a quelle labour intensive e ai debiti più datati. Attenderemo provvedimenti adeguati fino all’inizio del percorso parlamentare, sperando di trovare contenuti adeguati proposti dal Governo o dal Parlamento, dopodiché sarà inevitabile l’assunzione di iniziative di tutela da parte delle imprese".

Così gli esponenti del TAIIS, Tavolo Interassociativo delle imprese di servizi cui FISE aderisce, si esprimono in una lettera inviata al Governo per chiedere che nel Consiglio dei Ministri di venerdì si adottino anche misure per dare soluzione al problema dei ritardi di pagamento.

"Abbiamo anche predisposto un disegno di legge" - fanno sapere dal Taiis - "che abbiamo inviato sia al Governo che a parlamentari di maggioranza e di opposizione, chiedendo che le misure in esso proposte, in caso di assenza nel pacchetto anti-crisi che verrà varato venerdì, vengano inserite durante l’iter parlamentare del provvedimento".

Dal Taiis ricordano come l’Italia occupi un non invidiabile secondo posto nella classifica dei Paesi con i maggiori ritardi di pagamento, da parte delle pubbliche amministrazioni, alle imprese fornitrici. A fronte di una media europea di 68 giorni di ritardo nei pagamenti, nel nostro Paese le pubbliche amministrazioni saldano i loro debiti con un ritardo medio di 138 giorni. Peggio di noi solo il Portogallo, con 155 giorni. Ma se si considera il settore sanitario, la situazione italiana è ancora più drammatica: le ASL fanno registrare ritardi medi di pagamento di 321 giorni, con punte di 839 giorni.

Dal Taiis sottolineano come sia ampiamente dimostrato che il mancato pagamento nei termini previsti comporta ricadute pesantissime sulla operatività e sulle prospettive di sviluppo delle imprese fornitrici, le quali si vedono costrette ad indebitarsi o a rinunciare alla realizzazione di investimenti per far fronte alla carenza di liquidità. I danni sono particolarmente vistosi nel caso di imprese operanti in settori ad alta intensità di lavoro, nelle quali maggiore è l'incidenza di oneri fissi non rinviabili, quali i costi del personale e che rischiano in molti casi il fallimento. In generale una delle conseguenze di tale fenomeno è l’abbassarsi del livello della qualità del servizio erogato, del corretto e tempestivo adempimento salariale da parte delle imprese verso i lavoratori, e dei pagamenti verso i loro fornitori. A causa dei ritardi nei pagamenti tra l’altro è evidente che i corrispettivi richiesti incorporano almeno in parte gli oneri finanziari determinati dai ritardi, per quanto concerne le attività aggiudicate, nella previsione, che è ormai quasi una certezza, che ci si troverà comunque di fronte a un ritardo di pagamento più o meno lungo.

Nel TAIIS si coordinano associazioni rappresentative di imprese di servizi aderenti ad Agci, Confapi, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria e Legacoop, per un totale di oltre 18.000 imprese, 50 miliardi di euro di valore della produzione, circa 900.000 lavoratori.


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