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Approvata la Direttiva contro il ritardo pagamenti

» 20.10.2010

"Siamo molto soddisfatti per l’approvazione in prima lettura, da parte del Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria, della modifica in senso più rigoroso della Direttiva vigente contro i ritardi di pagamento. Ora il Governo italiano provveda ad un recepimento rapido della Direttiva in Italia, senza utilizzare il tempo massimo di due anni previsto, ed individui con la necessaria tempestività una soluzione per i 60-70 miliardi di debiti pregressi scaduti; possibili soluzioni esistono e sono compatibili con l’equilibrio dei conti pubblici, come ha evidenziato lo studio commissionato ad Astrid che abbiamo presentato il 15 settembre".
"Indebitarsi al 4% massimo per pagare le imprese, piuttosto che pagare l’8% di interessi di mora, sarà conveniente per le Pubbliche Amministrazioni, ed è necessario per ridurre l’impatto sugli equilibri pubblici" -sottolineano dal Tavolo Taiis – Sindacato, aggiungendo- "è inoltre evidente l’effetto positivo che si avrebbe nell’economia da una tale iniezione di liquidità, che farebbe recuperare a un numero enorme di imprese la possibilità di fare investimenti e pagare puntualmente i propri lavoratori e fornitori".

Così il Tavolo Taiis (il Tavolo Interassociativo, di cui FISE è socio fondatore, che in questi anni con la sua attività ha contribuito a sollevare l'interesse delle istituzioni sul tema ritardo nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni) – Sindacato, che ha seguito l’iter fin dall’inizio ed interloquito frequentemente sia con la Commissione UE che con i parlamentari europei, commenta l’approvazione da parte del Parlamento Europeo, avvenuta oggi a Strasburgo, della modifica della Direttiva vigente contro i ritardi di pagamento. Una modifica che rende molto più stringenti le disposizioni, prevedendo pagamenti a 30 giorni -che possono divenire 60 per la Sanità- ed il riconoscimento di 8 punti di interesse alle imprese che vengano pagate oltre tali termini. L’approvazione in prima lettura, in tempi nel complesso molto rapidi (la Commissione UE aveva presentato la proposta "solo" nell’aprile 2009) è stata possibile anche per la convergenza del Consiglio (i Ministri dei 27 Paesi UE), molti dei quali, Italia inclusa, hanno in realtà dovuto cedere di fronte alla determinazione del Parlamento Europeo.

"Meno male che c’è l’Europa!" -sottolineano gli esponenti del Tavolo- "finora il Governo, o meglio tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, si sono comportati come se il problema non esistesse o quasi. In particolare, le misure adottate nel corso di questi ultimi due anni, limitate alla responsabilizzazione personale dei funzionari pubblici o volte solo ad aggravare l’indebitamento delle imprese presso le Banche per scontare i loro crediti, hanno prodotto effetti penalizzanti, tanto più in un contesto generale di difficoltà economiche e finanziarie che ha determinato ulteriori ritardi e incertezze nei pagamenti, con gravi danni per il nostro sistema di imprese.

Occorre piuttosto snellire le procedure nella Sanità, consentire le spese agli Enti locali che ne hanno disponibilità allentando i vincoli inopportuni di finanza pubblica ed immettere la liquidità mancante alle Pubbliche Amministrazioni, anche contraendo debiti che a consentano una messa a regime virtuosa del sistema, con notevoli benefici in termini di affidabilità e stabilità finanziaria del Paese.

"E' una vittoria prima di tutto delle PMI, che entro il 2012 potranno contare su tempi di pagamento certi", ha dichiarato Francesco De Angelis, deputato europeo e relatore della Direttiva sui ritardi di pagamento per la Commissione Industria, Ricerca ed Energia, intervenuto a margine della votazione con la quale il Parlamento europeo ha approvato il testo concordato con Commissione e Consiglio".
"L'Italia, ora, ha due anni di tempo per recepire una norma stringente - ha proseguito il deputato - che fissa il limite massimo dei pagamenti a 60 giorni senza eccezioni, stabilisce tassi di mora maggiorati ed esclude esplicitamente il ricorso a clausole contrattuali inique". Per l'esponente del Pd, "se le fatture in Polonia vengono pagate mediamente in 30 giorni, in Germania non superano i 36 e in Francia possono toccare i 65 giorni, con i suoi 186 giorni l'Italia indossa la maglia nera europea".
"La pratica consolidata dei ritardi di pagamento - ha concluso De Angelis - penalizza il nostro tessuto imprenditoriale e spinge verso il fallimento una quota sempre più consistente di piccole e medie imprese, con evidenti e riscontrabili effetti sotto il piano occupazionale".


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