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Il Mezzogiorno nel Mediterraneo,con e per l’Europa

» 27.01.2010

Reti, strumenti e supporti finanziari alle imprese italiane che guardano ai mercati del Mediterraneo: il Banco di Napoli, Banca dei Territori facente parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha fatto il punto sulle opportunità di sviluppo nei Paesi della sponda Sud dell’area mediterranea, a più di un anno dall’implementazione dell’Unione per il Mediterraneo, costituita nel 2008 a Parigi dai Capi di Stato e di Governo dei 44 Paesi dell’area.

L’UpM, infatti, come si ricorderà, ha ripreso in chiave economicistica gli obiettivi del Processo di Barcellona, ponendo al centro dell’agenda tre principali aree tematiche:

- le problematiche ambientali ed energetiche, in particolare, le proposte in favore del disinquinamento del Mediterraneo, dello sviluppo dell’energia solare e della gestione dell’acqua;
- le proposte per risolvere la mancanza di infrastrutture di trasporto (programmi congiunti di protezione civile e di sviluppo di autostrade marittime);
- lo sviluppo economico e sociale nel Mediterraneo che potrebbero in parte trovare risposta grazie ad azioni di accompagnamento delle piccole e medie imprese e tramite programmi di sostegno all'insegnamento universitario e alla ricerca.

11 i Paesi oggetto dell’indagine presentata al convegno: Algeria, Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Siria, Mauritania e Territori Palestinesi; in altri termini, i Paesi del Mediterraneo esterni alla UE, interessati a processi di possibile futura adesione.

Un mercato aggiuntivo di 270 milioni di consumatori, che si aggiunge a quello dell’Unione Europea e di cui hanno parlato a Napoli il Presidente del Banco di Napoli Enzo Giustino (le conclusioni sono state affidate al Direttore Generale del Banco di Napoli Giuseppe Castagna), Enrico Salza, Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis, Lida Viganoni, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli "L’Orientale", Cristiana Coppola, Vice Presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, Vincenzo Boccia, Presidente Piccola Industria di Confindustria.
Sono inoltre intervenuti Mahmoud Abdel Latif, Presidente di Bank of Alexandria (seconda banca d’Egitto, tra le principali dell’area, dal 2006 partecipata all’80% e controllata dal Gruppo Intesa Sanpaolo) e Sherine Fahmy, Antenna Cairo-Assafrica&Mediterraneo. Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, con un videomessaggio di saluto, ha aperto oggi i lavori.

Gregorio De Felice, Chief economist di Intesa Sanpaolo, nell’introdurre lo studio, ha evidenziato come i Paesi del Sud del Mediterraneo abbiano registrato negli ultimi anni un tasso di aumento del PIL sostenuto. La crescita media dell’area è stata del 4,2% dal 1995 al 2007, superiore all’insieme delle economie mature, in particolare dell’UE-15 (2,4%), e ad altre aree emergenti, come l’America Latina, ed in linea con l’Europa Centro-orientale. All’interno della regione il profilo di crescita è risultato più contenuto per i Paesi esportatori netti di petrolio e più accentuato tra i Paesi che hanno potuto contare su una maggiore diversificazione produttiva. In prospettiva è attesa una crescita tendenziale dell’Area ancora sostenuta, intorno al 5% per il PIL e al 3% per il PIL pro capite sulla base delle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale.

Nell’ambito dei rapporti commerciali con la UE, particolare dettaglio è fornito sulle relazioni con l’Italia. Con un interscambio di circa 50 miliardi di euro nel 2008 l’Italia copre una quota significativa di importazioni ed esportazioni dei Paesi del Sud del Mediterraneo, occupando nella maggior parte dei casi le primissime posizioni. A loro volta i Paesi del Sud del Mediterraneo sono partner importanti per l’Italia, con una quota del 6,8% dell’interscambio totale. L’Italia importa da questa regione circa il 40% dei minerali energetici acquistati all’estero ed esporta verso di essa circa l’8% delle macchine e degli apparecchi meccanici venduti all’estero. L’Italia registra, per effetto di ampi processi di delocalizzazione, importanti flussi di interscambio nei settori del tessile, degli accessori per l’abbigliamento e delle calzature e delle macchine. Tra le regioni italiane una particolare rilevanza rivestono - per prossimità geografica e più accentuata complementarità sul piano produttivo - le regioni del Mezzogiorno.

A livello settoriale dopo i prodotti petroliferi raffinati (60% del totale delle esportazioni), le esportazioni del Sud Italia verso i Paesi del Sud del Mediterraneo riguardano soprattutto la filiera della metalmeccanica (17%) e, a distanza, delle filiere dell’alimentare, della chimica e della moda. In considerazione dei settori di specializzazione economica, degli incentivi disegnati per attirare gli investimenti - fra gli altri la costituzione di numerose zone franche in diversi Paesi - delle politiche di riforma adottate a sostegno dell’impresa e nel governo istituzionale dell’economia, sono individuati settori e Paesi di interesse operativo.

Con riferimento alle diverse aree di specializzazione si va dai settori energetici in Algeria e Libia, a quelli agro-alimentare, del tessile, delle costruzioni e del turismo in Marocco, Tunisia, Egitto e Siria, della lavorazione dei preziosi, della chimica e della farmaceutica in Giordania, Israele e Libano. Per i settori che impiegano tecnologie avanzate, opportunità si rilevano per le biotecnologie in Israele, le telecomunicazioni in Egitto, l’informatica in Libano e Israele, quest’ultimo attivo anche nel campo delle energie rinnovabili. Iniziative di interesse nei settori a tecnologia avanzata sono presenti anche in Egitto, Tunisia e Marocco. Progetti di investimento sono previsti in aggiunta nei Paesi dell’Area nei settori dei trasporti, dell’elettricità, dell’acqua, dell’ambiente, della sanità e della formazione.

Il Presidente del Banco di Napoli, Enzo Giustino, ha sottolineato come Napoli ed il Mezzogiorno devono cogliere queste opportunità ed avere un ruolo economico-finanziario ed al tempo stesso culturale e di proposta di assoluta eccellenza. Naturalmente dipende da come sapremo modernizzare e garantire un efficace governo del territorio per stimolare ed attrarre investimenti.

Il Presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Enrico Salza, ha illustrato la rete internazionale del Gruppo, prevalentemente concentrata sull’area continentale e mediterranea, che vanta presenze dirette con nostre controllate estere in 17 paesi e ben 30.000 dipendenti all’estero. Oltre alla Bank of Alexandria, Intesa Sanpaolo ha varato il progetto di partenariato Euromediterraneo con un pool di banche (dodici istituti finanziari dell’area e di cui Intesa Sanpaolo è l’unico partner italiano) delle due sponde del Mediterraneo, che ha preso forma ufficiale nel luglio 2008.


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