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Recupero rifiuti a rischio monopolio pubblico

» 13.11.2007

La crescita del settore del riciclo rifiuti si conferma anche nel 2006 stabile, permangono tuttavia numerosi aspetti critici che ne frenano lo sviluppo e la concorrenza. E’ questa la fotografia del comparto del recupero che emerge dallo studio annuale "L’Italia del Recupero" presentato lo scorso 9 novembre da FISE Unire a Rimini, durante la Fiera Ecomondo.

Per quanto riguarda i materiali di imballaggio (carta, alluminio, plastica, batterie, legno, acciaio), le attività di recupero nel 2006 hanno risentito positivamente della crescita delle raccolte differenziate, costante negli ultimi dieci anni, anche se tuttora raccolta e recupero sono connotati da un’evidente disparità geografica.

Per i rifiuti diversi dagli imballaggi e dalle frazioni ad essi similari (tipo carta grafica e rottami metallici), è ancora troppo alto il ricorso alla discarica (anche a causa dei bassi costi di quest’ultima e dei mancati sbocchi di mercato), mentre si evidenzia una percentuale di recupero di materia insufficiente (si vedano in particolare i rifiuti da costruzione e demolizione e i pneumatici fuori uso). I settori interessati da normative recenti (come quello dei RAEE - rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) stanno faticosamente organizzandosi ma sono ancora lontani dagli obiettivi fissati dalla legge. Inoltre, si fa sentire in alcuni settori (veicoli fuori uso) il gap accumulato dal nostro Paese per quanto riguarda l’assenza di impianti di termovalorizzazione.

Oltre a tutto ciò, incombe sulle imprese private del settore del recupero lo spettro della crescente ingerenza pubblica nel mercato dei servizi di raccolta e recupero dei rifiuti recuperabili, che rischia di far chiudere attività con esperienza decennale.

La denuncia è stata lanciata dal Presidente di Unire, Corrado Scapino, al termine della presentazione del Rapporto: "Rischiamo concretamente di essere costretti a consegnare le nostre attività in mano pubblica a causa dell’intenzione dell’attuale Governo di consentire a Comuni, Consorzi e Autorità di bacino di estendere indiscriminatamente la gestione in esclusiva anche a raccolta e recupero dei rifiuti da attività economiche, ovvero industrie, uffici, esercizi commerciali".

Infatti, nonostante le Commissioni Parlamentari si fossero espresse in favore di una maggiore liberalizzazione già in sede del primo parere formulato sul testo governativo correttivo del vigente Codice ambientale (parere il cui contenuto, sul punto, è stato confermato in una successiva pronuncia delle stesse Commissioni), il Governo ha riproposto ancora una volta il medesimo testo (identico al precedente testo presentato in agosto), con l’effetto di escludere i privati dal mercato e di peggiorare la qualità (ai fini del riciclo) delle raccolte differenziate. Il tutto, con un aumento dei costi a carico dell’intero sistema, quindi, in ultima analisi, dei cittadini e delle imprese.

Unionmaceri, l’associazione che rappresenta i recuperatori del macero che sono tra i più interessati da questa problematica, considera inaccettabile tale chiusura del Governo ed ha annunciato un’azione di protesta delle imprese del settore, che oggi al termine della presentazione del Rapporto si sono riunite in un’Assemblea straordinaria dei Recuperatori per programmare le iniziative da intraprendere con urgenza.


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