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“Indebolite le aziende postali private”
» 06.11.2007
Poste Italiane ha, infatti, unilateralmente tagliato mediamente del 50% (in alcuni casi fino all’80%) le raccomandate che da 7 anni, anche a seguito di iniziative del Parlamento e del Governo, sono affidate alle agenzie di recapito già concessionarie.
Ciò è avvenuto nonostante una importante risoluzione parlamentare votata alla unanimità dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, nonostante un tavolo aperto presso il Ministero per concertare le azioni verso la liberalizzazione dei servizi postali, nonostante l’avvio dell’istruttoria per presunto abuso di posizione dominante da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e dei Mercati, nonostante una lettera esplicita del Ministero delle Comunicazioni che chiedeva di non procedere a iniziative unilaterali,
Tale iniziativa, oltre a creare notevoli problemi occupazionali, mira a destabilizzare la funzionalità di circa 70 aziende private che da circa ottanta anni operano nel settore, prima con concessione ministeriale, e dal 2000 in base all’art. 23 del Dlgs 261/99, e che al momento della liberalizzazione potranno contribuire ad innalzare la qualità dei servizi di recapito postale, che oggi vedono Poste Italiane oggi tra i peggiori livelli in Europa.
L’iniziativa di Poste si pone inoltre contro l’interesse nazionale che, anche attraverso il settore postale, deve fornire il suo contributo alla competitività del sistema Paese.
Tra le aziende interessate e presenti in 50 capoluoghi di provincia troviamo la ex Rinaldi (ora TNT) di Milano, la Defendini di Torino, la Florentia di Firenze, la Romana Recapiti di Roma oltre alle agenzie presenti in importanti capoluoghi come Genova, Livorno, Bologna, Padova, Venezia, Catania, Palermo, Napoli ed altri importanti capoluoghi di regione e provincia.
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