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Buoni pasto: la denuncia di FISE

» 28.08.2007

Sorpresa e sconcerto tra le società italiane di erogazione di buoni pasto per la recente decisione della Commissione di gara Consip, che ha deciso di escludere alcune società dalla gara, asserendosi non giustificate le offerte economiche fornite dalle società in questione.

A causa dell’esclusione disposta dalla Consip, basata su considerazioni che lasciano perplessi sotto il profilo sostanziale e formale, la Pubblica Amministrazione spenderà di più, e non poco, (ben oltre 10 milioni di euro). "Impugneremo la decisione", dichiarano dall’Ufficio Legale di FISE ma, pur in attesa delle valutazioni del giudice amministrativo, "il provvedimento di esclusione non è per niente convincente in quanto vengono utilizzate motivazioni assolutamente in contrasto con le direttive comunitarie in materia di appalti pubblici - recepite in Italia con il Codice dei Contratti pubblici - e con i provvedimenti specifici che regolano il settore".

In particolare, rileva l’Ufficio Legale FISE, la distinzione operata dalla Commissione Consip tra giustificazioni "estrinseche" (non ammesse) e giustificazioni "intrinseche" (che invece sarebbero ammesse) non è in alcun modo fondata sul diritto comunitario, visto che non esistono tassative elencazioni o indicazioni circa le giustificazioni ammissibili e quelle inammissibili; anzi, sottolinea FISE, il diritto comunitario, nell’interesse economico della PA e dei cittadini, intende favorire le capacità imprenditoriali di realizzare economie e di presentare offerte innovative: pertanto il diritto comunitario e quello nazionale che ne deriva promuovono libertà delle forme e dei contenuti nella presentazione delle offerte.

Inoltre, la Commissione non ha voluto tenere conto delle previsioni del DPCM 18/11/2005 che regola il settore, ripreso dal Regolamento attuativo del Codice Appalti in corso di approvazione, che prevede espressamente la possibilità di "corrispettivi aggiuntivi" nel quadro dei rapporti tra società di emissione e esercizi commerciali. "Non si comprende quindi perché la Pubblica amministrazione debba rinunciare ai vantaggi economici che le vengono legittimamente offerti" concludono in FISE.

Le PMI italiane continuano così ad essere penalizzate a favore delle multinazionali estere, nonostante gli interventi svolti in passato dalla Commissione europea, dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal Consiglio di Stato per contrastare le continue operazioni volte a definire condizioni oligopolistiche di mercato, e sorprende che sia proprio la Consip Spa, la società pubblica delegata agli acquisti per lo Stato, a provocare questa situazione.

"Ancora una volta - dichiara Antonio Lombardi, componente del Consiglio Generale della FISE e amministratore delegato di una società nazionale di erogazione dei buoni pasto - il mercato dell’offerta rischia di concentrarsi in poche mani, che in posizioni di oligopolio saranno sempre più in grado di condizionare tutto il sistema, in spregio delle liberalizzazioni che tutto il mondo economico invoca per lo sviluppo di un mercato aperto e competitivo, in Italia come in Europa".


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