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“Recupero carta: un accordo per governare la filiera”
» 14.04.2006
Le integrazioni normative del "Testo Unico ambientale" e le precisazioni contenute in recenti note del Gabinetto del Ministro dell’Ambiente sulle norme applicabili rappresenterebbero un importante chiarimento circa la legittimità giuridica delle cosiddette "materie prime secondarie" (ottenute dal recupero dei rifiuti di carta e cartone). Tuttavia, da un punto di vista operativo, tale chiarimento può non essere da solo sufficiente a frenare i timori e le interpretazioni di alcuni organi di controllo, basati su una supposta "non conformità" della legge italiana rispetto al diritto europeo circa questo delicato passaggio. "E’ necessario, quindi, un accordo di tutta la filiera, riconosciuto dalle autorità e aperto a tutti i soggetti interessati che fissi nel dettaglio gli elementi tecnici, nonché le condizioni e le garanzie per il recupero del macero, attività essenziale per la nostra economia".
Sono questi l’allarme e la proposta lanciati stamane dall’Unire (Unione nazionale delle imprese di recupero di Confindustria) a Venezia, nel corso del seminario "La qualificazione della carta da macero e gli adempimenti connessi alla sua esportazione".
A causare la situazione di empasse per gli operatori impegnati nella gestione dei rifiuti sono le recenti operazioni di sequestro di carichi di rifiuti recuperabili e di materie prime secondarie da parte di autorità di controllo e uffici doganali in alcuni porti d’Italia.
Questa situazione è giunta oramai ad un punto critico, tale che anche gli operatori che non hanno finora ricevuto alcuna contestazione sono restii ad effettuare spedizioni all’estero: si determina in tale modo l’accumulo del macero nei magazzini, con conseguente crollo generalizzato delle quotazioni sul mercato nazionale e rischi di impatto ambientale.
Eppure nel contesto economico nazionale, in particolare per alcuni materiali ottenuti dai rifiuti come il macero, le attività di recupero costituiscono una priorità; l’Italia è un Paese povero di materie prime che pertanto devono essere per la gran parte importate ovvero sostituite con materiali corrispondenti.
In questi ultimi anni, il progressivo incremento della raccolta interna di rifiuti recuperabili, grazie anche all’impegno nelle raccolte differenziate, nonché dagli organismi interessati, ha determinato nel caso del macero il superamento del fabbisogno dell’industria cartaria nazionale, nonostante l’elevato livello di assorbimento da parte di quest’ultima. Pertanto, già oggi circa 200-300.000 ton/a di macero raccolto, non trovando collocazione sul mercato nazionale, devono essere esportate.
"L’accordo di filiera che proponiamo", dichiara il Presidente Unire Corrado Scapino, "è basato sull’esigenza di assicurare la rintracciabilità del macero in tutti i passaggi, dalla piattaforma a chi effettua il trasporto o la spedizione, al successivo impiego in cartiera, sia essa situata nel territorio nazionale che in un Paese estero. Altro elemento fondamentale è garantire la qualità dei materiali recuperati. E’ un atto di responsabilità nei confronti degli operatori e di chiarezza verso il sistema. Considerata la gravità della situazione, si richiede un intervento immediato in modo da assicurare l’applicazione certa ed uniforme delle regole e la continuità operativa, fermi restando i dovuti ed auspicati controlli soprattutto relativamente a quelle situazioni che rappresentano un danno reale per l’ambiente e per l’economia sana del settore".
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