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Elezioni politiche 2008, nota del TAIIS
» 25.02.2008
"Le scriventi associazioni, che rappresentano n. 18.000 aziende associate, n. 870.000 addetti per un valore della produzione complessivo che sfiora i 50 miliardi di Euro, in relazione agli obiettivi, che ritengono assolutamente ineludibili e condivisi, di contenimento del deficit pubblico annuale e di proseguimento dell'azione di rientro dallo stock del debito, sottolineano però come sia assolutamente prioritario ed urgente non sacrificare i diritti di credito delle imprese nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, in particolare per crediti per prestazioni di servizio erogate da imprese labour intensive.
Occorre perciò a nostro avviso già all’inizio della prossima legislatura definire soluzioni immediate al problema dei ritardi di pagamento, prioritariamente prevedendo la possibilità di integrale compensazione, da parte delle imprese, dei loro obblighi fiscali con i crediti vantati, e non contestati, verso le Pubbliche Amministrazioni, sia con misure di carattere generale che specifico (come è necessario ad esempio nel comparto dei Buoni Pasto, per garantire la solidità finanziaria del sistema nell’interesse di tutte le parti, utenti per primi), sia nazionali che riferite alle situazioni territoriali più gravi.
Infatti, la situazione italiana di ritardo medio nei pagamenti, e di disconoscimento del diritto agli interessi, legali e di mora, dovuti alle imprese ai sensi della Direttiva 2000/35 e del Decreto Legislativo 231/2002, non ha eguali nel resto dell'Europa; essa penalizza le imprese serie e corrette e ne mette a rischio una parte significativa, falsa la concorrenza, rende di fatto più costosi i servizi erogati (perché le imprese incorporano nel prezzo preteso almeno in parte gli oneri prodotti dai presumibili ritardi) e/o ne riduce la qualità, ed infine, ma non in ordine di importanza, rende più opachi i rapporti tra Pubbliche Amministrazioni ed imprese.
Più in generale, le scriventi associazioni ritengono che l’obiettivo prioritariamente da perseguire per la prossima legislatura sia quello della crescita economica; da essa dipende, infatti, in gran parte, la possibilità del proseguimento dell’azione di risanamento dei conti pubblici, così come il mantenimento e l’estensione delle politiche di welfare.
A sua volta, un più forte trend di crescita economica dipende essenzialmente, in questo concordiamo con la valutazione di gran lunga prevalente tra gli economisti, dalla capacità di migliorare significativamente la produttività, ed, in quest’ambito, quella del fattore lavoro.
In proposito, ci permettiamo di segnalare che il contributo decisivo, in questa direzione, non può che essere assicurato dal comparto dei servizi, per il suo peso sul PIL, 70% circa.
Il Taiis chiede ed auspica quindi che il prossimo Governo ed il prossimo Parlamento siano quindi in grado di dare al comparto dei servizi quella attenzione centrale che finora è in gran parte mancata.
A tal proposito, in breve, le azioni di carattere generale che a nostro avviso vanno assicurate per innalzare la produttività del comparto e perseguire un più forte incremento del Pil devono essere caratterizzate:
a) dalla sottoposizione urgente alla concorrenza ed al mercato di tutte le attività di maggiore importanza, ed in primo luogo dei servizi pubblici locali, perseguendo tale obiettivo non solo per via normativa, ma riportando alla coerenza con i principi del Trattato e con la giurisprudenza comunitaria gli affidamenti in house che non siano con essi coerenti;
b) dalla esternalizzazione, per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni, di tutte le attività "non caratteristiche", così sottoponendole ad una robusta cura di efficientamento (ed evitando, nei comportamenti di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni, la scelta della metodologia del massimo ribasso);
c) individuando idonei incentivi a produrre analoga scelta da parte delle committenze private;
d) da una domanda pubblica di fornitura di servizi maggiormente qualificata, e che premi la industrializzazione e l’innovazione;
e) da una adeguata attività di presidio della regolarità della concorrenza, proseguendo e consolidando le scelte fatte negli ultimi anni, completando l’azione di unificazione della contribuzione obbligatoria sul lavoro (in modo da eliminare la ragione principale di tanti inquadramenti impropri dei lavoratori), rafforzando i controlli, e non ritardando oltre idonee azioni di repressione delle attività sommerse;
f) da una generalizzata attività rivolta ad un efficace monitoraggio e misurazione dei risultati, anche attraverso la definizione di oggettivi livelli di performance ed accettazione e gradimento dei servizi erogati;
g) da un contenimento degli impropri oneri fiscali per le imprese, con particolare ed assolutamente prioritario riferimento all’Irap, che, gravando sul lavoro dipendente, penalizza specificamente le imprese labour intensive, che vengono frenate nei processi di sviluppo occupazionale ed, in alcuni casi, spinte all’evasione fiscale, falsando la concorrenza, e ad impropri subappalti;
h) dalla introduzione di criteri meritocratici, nella definizione delle retribuzioni e dei percorsi di carriera, nelle Pubbliche Amministrazioni, per quanto concerne le attività "core" a gestione diretta;
i) dalla semplificazione degli oneri burocratico – amministrativi (si pensi alle otto autorizzazioni e all’obbligo del "preposto" nelle mense, per quanto ad esempio riguarda il settore della ristorazione collettiva);
j) dal sostegno della domanda, attraverso ad esempio misure di defiscalizzazione, o ampliamento della misura massima defiscalizzata, di buoni emessi che diano diritto a prestazioni di servizi, vista la situazione di difficoltà di tante famiglie e la rilevante importanza di determinate prestazioni;
k) come anticipato, da termini di pagamento in linea con le specifiche disposizioni comunitarie, onde evitare conseguenti oneri non più sopportabili per le imprese.
Un mercato più concorrenziale ma regolato, si ha peraltro, come già detto, quando si è in grado di incentivare una competizione che avvenga nel reale rispetto della contrattazione collettiva di lavoro, della contribuzione obbligatoria, delle norme in materia di sicurezza, e nella priorità data ai rapporti di lavoro di tipo subordinato e a tempo indeterminato. Per questo le scriventi associazioni:
1) chiedono la approvazione per il settore dei servizi non distributivi, prioritariamente per i comparti e le attività ad alta intensità di lavoro, di meccanismi premiali già sperimentati nel settore edile;
2) una migliore prassi delle politiche di acquisto (appalti e concessioni) delle Pubbliche Amministrazioni, generalizzando la adozione di modalità – tipo di bandi di gara riferite al metodo della offerta economica più vantaggiosa, sostenendo da subito quelli già definiti per i settori della ristorazione collettiva e per il comparto dell’igiene e pulizie, e scoraggiando l’utilizzo delle aste on line con rilanci plurimi per le attività più delicate sotto il profilo della tutela degli utenti e dei lavoratori".
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