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Ridotta di un quarto la produzione industriale italiana

» 10.07.2013

In maggio la produzione industriale in Italia ha fatto registrare un incremento su aprile dello 0,1% dovuto essenzialmente ad una crescita del 3,7% nel settore della fabbricazione dei mezzi di trasporto, del 3,2% nella fabbricazione di prodotti chimici, del 2,5% nell’estrazione di minerali e dell’1,7% nella produzione di alimenti, bevande e tabacchi, mentre tutti gli altri settori hanno fatto registrare incrementi minimi o cali.

Al di là dell’andamento di maggio, il quadro complessivo della produzione industriale italiana si conferma estremamente grave. Rispetto al picco ante-crisi, toccato nell’aprile 2008, il dato di maggio fa registrare una contrazione di ben il 25%, che riporta la produzione industriale indietro di 25 anni, cioè sui livelli della fine degli anni ‘80. Se si analizza l’andamento per settori rispetto alla situazione ante-crisi emerge che i comparti che accusano difficoltà maggiori sono quello delle apparecchiature elettriche (-41,1%), dei mezzi di trasposto (-38,8%), della fabbricazione di articoli in gomma e plastica (34,2%), mentre solo il settore dei prodotti farmaceutici fa registrare un incremento peraltro contenuto nel 2,4%.

L'aumento congiunturale dello 0,1% dell’indice di maggio è con ogni probabilità un rimbalzo più che un primo segnale di inversione di tendenza. Non si registra quindi ancora alcuna modifica nel quadro della produzione industriale italiana che è sicuramente uno degli aspetti centrali della crisi dell’economia reale. “E’ del tutto evidente - ha dichiarato Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor - che la situazione della produzione industriale in Italia richiede l’avvio di quella convinta ed efficace politica per la crescita che le parti sociali stanno sollecitando da molto tempo, ma che il Paese ancora attende”. “Ed è anche del tutto evidente - sottolinea Quagliano - che la particolare gravità della situazione industriale indica come assolutamente prioritari gli interventi sul cuneo fiscale che avrebbero il duplice effetto di alleggerire la pressione sui costi delle aziende e di fornire risorse ai lavoratori per alimentare la domanda”.

Fonte: Centro Studi Promotor


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